Crisi vini rossi? «Serve adattamento enologico», secondo De Biasi (San Felice Wine Estates)

L’intervento al XI Forum Wine Monitor

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Crisi delle vendite dei vini rossi? Secondo Carlo De Biasi, direttore generale di San Felice Wine Estates
del gruppo Allianz (Chianti Classico, Montalcino e Bolgheri), l’ostacolo si supera attraverso quello che ha definito un «adattamento enologico». «I cambiamenti climatici – ha sottolineato il manager durante il suo intervento al XI Forum Wine Monitor – stanno imponendo nuove tecniche di viticoltura per preservare l’identità e la qualità dei vini, mantenendo freschezza e integrità del frutto. Allo stesso tempo, è essenziale rendere i vini più accessibili ai giovani consumatori, con profili più immediati e un approccio più moderno. Dobbiamo capire come lavorare in cantina per ottenere vini che siano fedeli alla loro denominazione, ma che possano anche attrarre nuove fasce di mercato. Se riusciremo a farlo, potremo affrontare con maggiore sicurezza il futuro e contrastare il trend negativo che colpisce le vendite, soprattutto sul mercato italiano».

CONSUMI VINO ITALIA: POSSIBILE DECLINO SOTTO I 20 MIL ETTOLITRI ENTRO 2040

Sbagliato, secondo De Biasi, puntare tutto sull’estero, ovvero sull’export della propria gamma di vini: «Essere forti in casa propria è il primo passo per essere forti all’estero». Di fatto, l’Italia continua a essere un mercato cruciale, rappresentando circa un terzo delle vendite complessive. Tuttavia, il consumo interno è in calo da decenni. Dai 35 milioni di ettolitri consumati a fine anni Novanta, si prevede un possibile declino sotto i 20 milioni entro il 2040. Fattori come il cambiamento demografico, le nuove tendenze di consumo tra le giovani generazioni e le restrizioni sul consumo di alcol alla guida stanno contribuendo a questa tendenza. Un aspetto positivo, almeno per i conti di San Felice Wine Estates, è la maggiore diffusione dei vini toscani oltre i confini regionali. Se un tempo la Toscana assorbiva il 70% delle vendite interne, oggi si assiste a una crescita significativa in regioni come Campania e Lombardia. Ciò dimostra un’evoluzione della domanda e una maggiore penetrazione in nuove aree del mercato domestico.

VINI TOSCANI: LUCI ED OMBRE TRA I MERCATI EMERGENTI

Analizzando i mercati emergenti, De Biasi ha posto l’attenzione sulla «volatilità di alcuni paesi». La Corea del Sud, ad esempio, ha vissuto un boom post-pandemia con forti importazioni di vino rosso. Seguite, poi, da un improvviso rallentamento nel 2024. Tuttavia, il 2025 sembra partire «con segnali di ripresa». Diversa la situazione in Giappone, Norvegia e Svezia, dove i consumi risultano in calo. Nonostante ciò, «il focus rimane sui mercati consolidati», che rappresentano un faro per denominazioni toscane come Chianti Classico, Montalcino e Bolgheri. Continuando a garantire «una base solida per le strategie future».

SAN FELICE WINE ESTATES E I NUOVI TREND DI CONSUMO

Secondo i dati snocciolati da Carlo De Biasi sulla generalizzata crisi dei vini rossi, gli Stati Uniti e l’Italia restano i principali sbocchi per queste denominazioni, mantenendo una relativa stabilità nonostante un leggero calo nei volumi di vendita. «Questo è stato in parte bilanciato da un fenomeno di premiumizzazione che ha caratterizzato il 2024 – ha sottolineato il direttore generale di San Felice Wine Estates – portando a risultati positivi anche in Canada e Regno Unito».

Il mercato britannico, in particolare, ha mostrato una crescita interessante in termini di posizionamento del Chianti Classico. Dalle parti di Londra, l’incremento del prezzo medio ha sorpreso positivamente i produttori italiani. Un segnale incoraggiante per il futuro, che lascia intravedere «una maggiore predisposizione dei consumatori del Regno Unito verso vini di qualità superiore». https://www.sanfelice.com/it

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